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Rognosa D'Etiache:  Torre Maria Celeste m. 3342

Situata nel gruppo degli Ambin, la sua vetta rappresenta uno dei punti più elevati delle montagne valusine, il complesso montuoso denominato Rognosa d’Etiache è costituito da diverse punte e torri poco distanti tra loro ma ben individuabili in quanto incise da profondi intagli. Tutto il versante nord-ovest è ripido e roccioso, senza però presentare pareti verticali, in generale formato da pietraie intercalate da ripidi sbarramenti. Il versante orientale invece precipita a valle formando diverse pareti verticali di roccia. La Torre Maria Celeste, così battezzata in memoria dell’alpinista Maria Celeste Viano perita nel canalone di Lorusa ( Alpi Marittime) nel 1955, è la principale e più evidente, la sua parete sud-est si presenta come un muro compatto di circa 300 metri di dislivello e la roccia è una buona quarzite, su di essa sono stati tracciati negli anni diversi itinerari d’impegno.
Nel passato recente, la Rognosa ha attirato per diversi decenni i più forti alpinisti torinesi e piemontesi che sulle sue Torri hanno lasciato la firma un pò ovunque, ora queste vie sono per lo più abbandonate o quasi, ma questo fa parte di un fenomeno ricorrente, più o meno generale sulle alpi. Bisogna anche dire che negli 70 era attivo lo sci estivo sul ghiacciaio del Sommeiller, e la strada che da Bardonecchia sale al colle, era mantenuta sempre in ottime condizioni, per cui l’acesso alla parete era decisamente breve, oggi la strada versa in condizioni più disagiate, per fortuna che una volta all’anno in occasione del Motoraduno più alto d’Europa, su al colle del Sommeiller 3000 metri, il Comune si preoccupa di dare alla carrozzabile una sommaria riassestata, per cui rimane sempre percorribile da auto 4x4 e quasi sempre anche da auto normali. Purtroppo da un paio d’anni a questa parte, il comune di Bardonecchia, in alcuni periodi estivi, procede con la chiusura del vallone di Rochemolles al traffico automobilistico, sostituendolo con un servizio di miniautobus, che come ben sappiamo non servono a nessuno, in quanto gli alpinisti vogliono salire e scendere agli orari che fa loro comodo, e le famiglie che vanno a fare pic-nic vogliono portarsi appresso tutte le comodità trasportabili in auto e non le poche cose trasportabili in minibus, per cui giustamente vanno altrove, pertanto è necessario prima di partire informarsi presso il comune sullo stato di chiusura o gli eventuali orari della strada. (Immaginiamo che la situazione non durerà a lungo e presto si ritornerà alla normalità, in questi termini alla fin della fiera non si ottiene nulla, se non il progressivo abbandono da parte dei turisti.)
Le tre vie qui presentate appartengono ad epoche concettualmente ben diverse anche se fisicamente distanti pochi anni, era il 1953 quando G. Menegatti con C. Rabbi e G. Rossa tracciano lo spigolo est, una bella scalata di 3° e 4° grado, qualche anno dopo è la volta di G. Brignolo, G. Migliasso, M. Turvani che insieme ad Andrea Mellano aprono la nuova via in piena parete, infine è il turno di Jean Noel Roche guida alpina e fuoriclasse dell’alpinismo francese degli anni 70-80, tristemente scomparso pochi anni or sono, che in compagnia del piemontese A. Re, anch’egli guida alpina, apre una via diretta nel centro della parete superando difficoltà costanti di 5° e 6° grado.
La roccia è una bella quarzite solida, difficile da chiodare, sui tre itinerari qui presentati troviamo anche qualche sosta, bene o male attrezzata a spit. Necessari i dadi ad incastro e qualche friends, mentre rimane sempre utile il martello e qualche chiodo.
Oltre alle vie presentate merita menzione anche una quarta, che si innesta tra lo Spigolo Est e la Diretta aperta negli anni 80 dalla cordata torinese (Camanni-Rochat)

- Via Spigolo Est
G. Menegatti - C. Rabbi - G. Rossa 1953
D 280 metri 3° - 4° 7 L.

Si svolge sullo spigolo che delimita ad oriente la parete, in linea di massima si scalano dapprima le facili rocce poste a destra dello spigolo, poi lo si raggiunge e lo si percorre più o meno sul filo fin quasi in vetta, dove si esce sulla cresta sommitale per un diedro. Tecnicamente non difficile su roccia nel complesso salda.

- Via Diretta Re-Roche
J. N. Roche - A. Re 1977
TD 300 metri 5+ / 6A 8 L.

L’itinerario supera in modo molto elegante, ed in centro la parete sud-est della Torre Maria Celeste, superando difficoltà continue di 5° e 6° grado, le soste sono generalmente attrezzate a spit da 8 mm. Utile oltre alla normale dotazione, anche il martello ed alcuni chiodi. Aperta in epoca relativamente recente, fine anni 70, dalla guida alpina Alberto Re, allora da poco trasferitasi a Bardonecchia, e dal fuoriclasse francese di Lanslevillard, Jean Noel Roche, che in poco tempo riempirà di successi la sua carriera alpinistica, sovente in compagnia del figlio Bertrand, meglio conosciuto come “Zebulon”, basti ricordare per tutti il decollo in parapendio biposto dal colle sud dell’Everest a 8000 m. dopo averne raggiunta la cima, Zebulon aveva allora 17 anni, (lo stesso Zeb, qualche anno or sono, insieme alla moglie Claire, più volte campionessa mondiale di parapendio decolla dalla vetta 8848 m. dopo aver scalato e volato in successione tutte le Seven Summit) Purtroppo la vita di Jean Noel si conclude tragicamente nel 2002 durante una discesa dal Cervino.

- Via Parete Est-SudEst
G. Brignolo - G. Migliasso - M. Turvani - Andrea Mellano 1958
D+ 300 metri 4° - 5° 8L.

Anche Andrea Mellano, forte alpinista torinese degli anni 60-70 si interessa alla parete orientale della Torre Maria Celeste aprendo un nuovo itinerario. Tecnicamente vario ed interessante presenta delle belle lunghezze su difficoltà classiche.

Discesa :
Due sono i sistemi per scendere dalla Torre raggiungendo la carrozzabile del colle del Sommeiller; il più classico consiste nel percorrere la cresta sud-ovest (AD - 1 corda doppia 10 m.) scavalcando la punta SO 3382 m. fino all’intaglio tra essa e la punta NE (aggirando le difficolta sul versante ovest) da cui con una parte di arrampicata facile in discesa + una lunga corda doppia oppure due brevi si arriva sui ghiaioni alla base della parete e per essi alla carrozzabile oppure alla base della Torre (50 min.).
In alternativa esiste una serie di corde doppie attrezzate lungo la via dello Spigolo Est (Rabbi-Rossa), necessarie due corde ed eventuali cordini da sostituire; per raggiungere la prima calata occorre, dalla cima scendere alcuni metri lungo la cresta fino ad una piccola forcella, quindi scendere arrampicando, facile, una decina di metri raggiungendo la S6.

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  • Foto Parete con itinerario
     

 (Clicca sull' immagine per ingrandire)

 

 

 

Accesso:
Da Bardonecchia, comodamente raggiungibile tramite A32 del Frejus, dirigersi nel vallone di Rochemolles, per strada asfaltata alla frazione omonima, raggiunto e superato l’abitato, diventa sterrato e la carrozzabile prosegue fin al pianoro ove sorge il rifugio Scarfiotti m. 2150, fin qua sempre in buone condizioni. Ora si sale una ripida barriera a tornanti e ci si immette nel lungo Piano dei Morti, oltre il quale la strada riprende a salire con alcuni tornanti fino al laghetto del Patarè ove si lascia l’auto. Se la strada fosse chiusa o non praticabile contare a piedi un paio di ore dal rifugio. Per ghiaioni dapprima in salita e poi in diagonale raggiungere la base della parete 45 min.
 
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